In Italia cambiano i governi, i premier, gli amministratori delegati dei multinazionali ma c’è un componente costante — a tre anni dalla sua ultima visita ufficiale Vladimir Putin sarà nuovamente ospite d’onore in Belpaese.

Il presidente russo ha accettato l’invito del presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte e verrà a Roma “nella prima metà dell’anno prossimo”.

Cosa prevarrà durante la visita di Putin: geopolitica o diplomazia degli affari? La missione italiana del presidente russo potrebbe dare un “nuovo impulso” per le relazioni tra la Russia e l’Italia e tra Mosca e Bruxelles? Sputnik Italia ne ha parlato con presidente dell’Associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini.

— Qual`è il Suo auspicio per la nuova missione di Putin che questa volta si terrà in un clima internazionale molto teso?

— Sarà molto importante la visita del presidente Putin proprio perché si svolgerà in un clima di assurda contrapposizione creata a regola d’arte tra Unione europea e Russia. Creata non dai popoli europei, ma dalle élite globaliste che controllano per ora la maggior parte dei governi degli stati europei. I cittadini europei non sono anti-russi, nonostante le “fake news” inventate da molti media manovrati dalle élite antipopolari (e antipopuliste). Da presidente dell’Associazione Lombardia Russia e leghista auspico che dopo l’incontro tra Putin e il premier italiano Conte in ottobre, la visita del leader russo in Italia possa rinforzare i tradizionali e storici buoni rapporti tra i due paesi.

Ricordo che nel 2014 Matteo Salvini, non ancora ministro, incontrò Putin insieme al sottoscritto proprio a Milano e da allora le relazioni tra Salvini e le istituzioni russe sono continue e all’insegna del dialogo, perché la Russia è un partner strategico fondamentale non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.

Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia

— Sullo scacchiere europeo, l’Italia rimane uno dei più̀ importanti partner economico-commerciali della Russia. Pensa che al margine di questa visita ci saranno firmati i contratti commerciali, visto che quest’anno è terminato il 17 dicembre a Roma con una riunione del consiglio italo-russo di cooperazione economica, industriale e finanziaria?

— Naturalmente non posso dire nulla in merito, in quanto attualmente nulla so. Normalmente però, al termine di incontri di vertice internazionali, si siglano accordi economico-commerciali e sappiamo tutti che la Russia da sempre è il primo o il secondo partner commerciale italiano al di fuori dell’UE. A Mosca accordi importanti sono già stati siglati ad ottobre.

L’Ue ha appena prorogato le sanzioni antirusse per altri sei mesi, secondo Lei Mosca può ancora contare sull’Italia in questa questione delicata? A Suo avviso, il governo giallo-verde riusce a portare avanti uno dei punti principali del suo contratto — quello di battersi perché siano tolte le sanzioni?

— Che le sanzioni danneggino terribilmente l’economia italiana, peraltro già in difficoltà, non lo dico io, ma importanti analisti finanziari e imprenditori del nostro Paese. Il presidente di Confindustria Russia, per esempio, Ernesto Ferlenghi, il 17 ottobre, davanti a Salvini (in visita a Mosca), ha ricordato come ogni giorno l’Italia perde 7 milioni di euro a causa delle sanzioni. Ogni giorno. Quindi abbiamo già perso miliardi di euro dal 2014 e sarebbe assurdo continuare su questa strada. Sono stato recentemente in Germania invitato ad alcune conferenze politiche e anche gli imprenditori tedeschi sono fermamente contrari al regime sanzionatorio contro la Russia. Stessa cosa in Francia, in Austria, in Ungheria. Vorrei anche sapere a cosa sono finora servite le sanzioni. Hanno risolto il problema ucraino? Non mi sembra proprio! Evidentemente servono a gruppi economico-finanziari internazionali che cercano di approfittare della spaccatura creata tra Russia ed Europa per vendere gas al posto dei russi. Si tratta quindi di motivazioni di esclusivo interesse finanziario, ipocritamente mascherato da motivazioni politiche fasulle”.

Sono 4 anni che Salvini, con coerenza ma anche con coraggio, ripete questo pensiero. Vorrei citare le parole del vicepremier Matteo Salvini pronunciate nel corso dell’ultima conferenza con la stampa estera: “Ribadisco inutilità dello strumento sanzioni nel 2018. Se fosse per me da solo o come movimento politico, non ci sarebbero state le sanzioni che sono un danno economico, culturale e sociale.

Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia

All’inizio era solo contro tutti, non solo in Italia. Adesso invece molti si accodano al suo giudizio, per fortuna. Bisogna attendere fiduciosi le elezioni europee di maggio: se i partiti sovranisti e populisti otterranno il grande successo previsto, le sanzioni inevitabilmente cadranno, perché finalmente ci saranno politici nazionali che faranno gli interessi delle rispettive nazioni e non delle lobbies bancarie e finanziarie internazionali, come invece stanno facendo i vari Macron, Merkel, May e i loro partiti, peraltro attraversati al loro interno da importanti segnali di opposizione. Sulle posizioni del M5S non mi pronuncio, non mi sembrano particolarmente attenti alle questioni delle sanzioni attualmente, a differenza della Lega, ma questo argomento va chiesto direttamente a loro.

— Ucraina sicuramente sarà un altro tema inevitabile. Come valuta lo scontro del 25 novembre che le acque del Mar d’Azov? Quale postura, a Suo avviso, dovrebbe assumere il governo italiano in merito a questa crisi, tenendo presente che l’Ucraina ha sfruttato questo episodio per chiedere il rinnovo delle sanzioni?

— Ero in Russia quel giorno e ho potuto vedere come i russi hanno definito questo episodio: una provocazione ben architettata per rinforzare, attraverso un sentimento nazionalista antirusso, la traballante posizione del presidente Poroshenko, che rischia di perdere le elezioni ucraine di marzo. Ho anche letto le dichiarazioni di tutti o quasi i governi europei che invece hanno criticato la Russia per l’arresto dei marinai ucraini entrati in acque russe senza avvisare Mosca. L’opinione pubblica però, ripeto, non si fa più gabbare da queste falsificazioni e i risultati delle elezioni in alcuni paesi europei lo hanno dimostrato. Hanno vinto sempre i partiti populisti che vedono nella Russia un alleato e non un nemico.

— A Suo avviso, la nuova missione italiana del presidente russo potrebbe dare un “nuovo impulso” alle relazioni tra la Russia e l’Italia e tra la Russia, l’Ue e gli Stati Uniti? Riuscira` l’Italia, che sta cercando l`equilibrio tra la necessità di seguire la linea generale della Nato e il desiderio di sviluppare relazioni con la Russia, di diventare il ponte fra Mosca e Washington?

— Io vedo che ogni qual volta il presidente americano Trump cerca di instaurare una linea di “disgelo” verso Mosca (utilizzo volutamente un vocabolo da Guerra Fredda, perché i nostalgici, interessati, di quel periodo proliferano ovunque nell’establishment europeista attuale), gli agitano il “cappio” del Russiagate. I grandi poteri economici che governano il mondo occidentale dalla caduta del Muro di Berlino e la fine dell’URSS non vogliono perdere il controllo e quindi fanno e faranno di tutto per impedire l’apertura ad est. È talmente chiara una cosa del genere che io sono certo che si tratta soltanto di tempo, ma inevitabilmente il vecchio ordine costituito finirà e si aprirà una nuova era di interscambio proficuo tra Europa e Russia. Che avvantaggerà noi e voi.

E l’Italia può veramente farsi promotrice di una nuova Pratica di Mare, come tentò di fare il governo Berlusconi nel 2002, mettendo allo stesso tavolo Putin, Bush (il presidente americano di allora) e la NATO, che dovrebbe essere più attenta al sud del mondo e non alla Russia, perché la minaccia alla nostra civiltà cristiana proviene dal terrorismo islamista e non certo dalla Russia, paese cristiano per eccellenza.

Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia

L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

Opinioni 26.12.2018
Marina Tantushyan

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